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I primi passi di Francesco Schina si muovono con andamento spedito e deciso, come narra il titolo “First Steps” – autoprodotto – esordio discografico da leader del talentuoso sassofonista.

Un disco vivace e fresco, composto da 10 tracce originali composte dallo stesso Schina, che nel suo background composto da studi classici ed esperienza jazz di livello, ci danno la possibilità di ascoltare uno stile che guarda al futuro mantenendo sonorità della storia del jazz.

Ad accompagnarlo in First Steps troviamo musicisti di esperienza e spessore:

  • Andrea Pellegrini al pianoforte
  • Bernardo Sacconi al contrabbasso e basso elettrico
  • Piero Borri alla batteria

Proseguendo e andando più nel dettaglio il lavoro di Schina, che ha composto ma anche curato gli arrangiamenti di tutti i brani, troviamo “A”-Theme in apertura. Brano che offre subito un’impronta ritmica in stile hard-bop, con una sezione latin che dona respiro alla composizione. Dopo il tema, Schina apre con i soli regalandoci delle bellissime evoluzioni melodiche sui cambi ritmici e armonici, valorizzati da un suono di sax tenore corposo e gustoso. Si passa poi al contrabbasso, scelta non frequente di offrire già nella prima traccia dell’album il solo a questo strumento. Mi ha colpito e l’ho gradito, perchè in favore di uno strumento importante come gli altri e in questo caso con delle linee e progressioni complesse, ricche.

“Black Side” è il brano successivo, in cui le anime dell’artista e del gruppo si fondono nuovamente in giochi ritmici e alternanze di sonorità. La ripetitività del tema favorisce poi lo sviluppo dei soli, con l’apertura a favore di Schina che, con sapienza, prepara il campo al pianoforte. Pellegrini raccoglie il testimone con naturalezza e velocità di azione e ci offre un solo che a sua volta valorizza il crescendo ritmico che culmina con l’assolo di batteria di Borri.

Di natura introspettiva e melanconica è il seguente brano “Sad Thoughts”. La penna di Schina sviluppa un tema in 3/4 che riesce ad alternare un chiaroscuro compositivo che calamita l’attenzione. Nel solo il sassofonista espone con lirismo linee e ripetizioni melodiche, per poi passare a qualche raddoppio che il gruppo, con grande gusto, riesce a coglierne le fattezze e dare anche un bel senso di interplay e comunicazione fra le componenti. Pellegrini, nuovamente al suo turno di solo, offre note evocative con un uso interessante di note dissonanti e del pedale di sustain.

Con “Cuban blues” il disco cambia i suoi connotati, grazie a un ritmo e una composizione che guarda al groove e alla struttura in modo creativo, offrendo un netto stacco dai brani precedenti. Sempre Pellegrini, parte con una melodica e bluesy mano destra, eseguendo il primo turno di soli. Note scoppiettanti e ritmate volteggiano sui cambi di armonia, in cui la sezione ritmica di basso elettrico e batteria nell’offrire un tappeto stabile e duraturo, si concedono giusto qualche discreta incursione. E’ il momento poi di Schina, con arpeggi e note lunghe crea una giusta alternanza al solo, seguito da note gravi del basso elettrico di contrasto. Apertura poi ai raddoppi, una rincorsa di note che non perde di vista il suono di gruppo e l’interplay che conducono alla chiusura del brano.

“Sweet moments with my love” è il secondo brano latin nell’ordine, presentato nell’album “First Steps”. Anche qui sonorità melanconiche ed elettriche, dovute al basso che dona un sound nettamente diverso dalla profondità del contrabbasso, non per questo meno significativo. Solo di Schina, con note arabeggianti, minori melodiche e armoniche. Un AABA che non incute timore nell’ascolto, si fa digerire bene dall’orecchio, grazie anche al Pellegrini che riesce a fornire un tappeto armonico con note lunghe, posizioni late e giochi di colori mai invasivi. Segue poi il pianista col un solo fatto da sonorità eclettiche e di raddoppi incalzanti.

Veniamo ora al brano che dà il titolo al lavoro discografico di Schina: “First Steps”. Un tema moderno e con un ritmo articolato ma godibile di swing fresco. Dopo il tema e un efficace lancio, Schina esegue per primo il solo dosando vari stili e approcci improvvisativi. Tocca poi al pianoforte di Pellegrini ammaliarci con un playing frizzante, che conduce al tema di chiusura.

“Blues for sisters”, dall’atmosfera più classica, chiaramente blues (struttura e interpretazione) e un tema in stile, fanno di questo brano un momento di relax ma di note con un peso differente, con maggiore corpo. Dopo il tema è Pellegrini a offrirci il momento di solo, partendo da sonorità gravi e percussive, con un andamento pianistico sforzato e indietro. Sfociando poi in un solo più ricco, raggiunge un apice con uno stile elegante e ponderato, passando il testimone a Schina che si avvicina all’improvvisazione a piccoli passi. Nell’offrire frasi e frammenti via via in crescendo, il sassofono incalza con raddoppi sempre più frequenti la sezione ritmica.

Dopo il blues troviamo “Reaction”, brano in cui tema e incastri ritmici, sonorità di basso elettrico e approccio all’improvvisazione offrono una prospettiva di marcata modernità. Il primo solo è a carico del leader Schina, che esegue un lancio citando “Sweet Georgia Brown” per poi approdare a un apice che coi suoi frammenti melodici si attesta a sonorità moderne, come già il brano faceva presagire. E’ poi il momento del pianoforte che grazie a ritmi e controtempo fra mano destra e sinistra, e una brevissima citazione di “Mr. PC”, conduce poi al tema finale.

“Sunset” ballata molto interessate, dove la linea di basso elettrico gioca un ruolo di mantra. Decorato da mallets e piatti, il tema va aprendosi e crescendo in progressione, con il pianoforte che si avvicina a piccoli passi. Rarefazione e suoni evocativi alla base del ritmo di questo brano, dove il solo del sassofono e del pianoforte trovano ampi spazi e respiri per esprimersi nei soli. Sopraggiunge perciò un solo di basso elettrico fretless, di cui sento anche una certa dose di chorus, aprendo a ritmiche e raddoppi, virtuosismi e rincorse di note, per concludere in una chiusura da manuale.

Brano di chiusura è il 6/8 “Rhythm in six”, che si affaccia al nostro orecchio in modo progressivo con un’introduzione della sezione ritmica, in cui poi irrompe il sax con un andamento melodico curioso e dalle fattezze cromatiche. I soli, nell’ordine, sono a carico di Schina e Pellegrini, che grazie a una stesura larga e alla sensibilità della sezione ritmica, che offre dinamiche variabili e intelligenti nei soli, permettono delle ricche esecuzioni e un gran bel ricordo nel finale del disco.

Buon ascolto con “First Steps” di Francesco Schina!


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